Consulta: sì al congedo di paternità per la madre intenzionale nelle coppie omogenitoriali femminili
22 Luglio 2025
Con la sentenza in commento, la Consulta interviene in materia di congedo obbligatorio di paternità, dichiarando l'illegittimità costituzionale dell'art. 27-bis d.lgs. 151/2001 nella parte in cui non riconosce tale diritto alla madre intenzionale in una coppia di donne entrambe risultanti genitori nei registri dello stato civile. La questione era stata sollevata dalla Corte d'Appello di Brescia, che aveva ravvisato il carattere discriminatorio della disposizione laddove consente esclusivamente al padre, e non alla “seconda madre” – benché riconosciuta come genitore dallo Stato italiano – di beneficiare dei dieci giorni di astensione retribuiti al 100%, previsti per il congedo di paternità. La Consulta, con una pronuncia destinata a segnare un punto di svolta nell'ordinamento, ha sottolineato l'irragionevole disparità di trattamento fra coppie genitoriali di sesso diverso e coppie omogenitoriali femminili, ove entrambe le donne risultino legittimamente genitori secondo gli atti dello stato civile. Per la Corte, la centralità del principio di uguaglianza (art. 3 Cost.) impone che il sistema giuridico riconosca, senza discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale, la piena titolarità dei diritti e doveri genitoriali anche alla madre intenzionale che, insieme alla madre biologica, abbia condiviso il progetto genitoriale e l'impegno di cura verso il minore. In tal senso, la Consulta ha rilevato che l'orientamento sessuale non incide di per sé sull'idoneità all'assunzione della responsabilità genitoriale, valorizzando la funzione attribuita all'interesse del minore quale criterio guida nell'interpretazione e nell'applicazione delle norme. Il diritto del bambino a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori trova una tutela rafforzata sia nella legislazione ordinaria (artt. 315-bis e 337-ter c.c.) sia nelle fonti internazionali ed europee. La Corte sottolinea che le esigenze di cura del figlio e di organizzazione dell'ambito familiare non possono essere sacrificate in virtù di una lettura restrittiva delle condizioni soggettive dei genitori, ribadendo che «è ben possibile identificare nelle coppie omogenitoriali femminili una figura equiparabile a quella paterna all'interno delle coppie eterosessuali, distinguendo tra la madre biologica (colei che ha partorito) e la madre intenzionale, la quale ha condiviso l'impegno di cura e responsabilità nei confronti del nuovo nato, e vi partecipa attivamente». Sul piano sistematico, la Consulta richiama l'evoluzione giurisprudenziale e normativa che valorizza la responsabilità genitoriale come insieme di obblighi e doveri connessi alle esigenze del minore, riconoscendo che anche nelle nuove formazioni familiari debba essere garantita la piena titolarità giuridica di tali responsabilità. Alla luce di tali considerazioni, la pronuncia afferma, dunque, che il principio di uguaglianza e il superiore interesse del minore impongono di estendere il congedo obbligatorio di paternità anche alla madre intenzionale, riconosciuta come genitore nei registri dello stato civile, nelle coppie omogenitoriali femminili. Solo così si può garantire un' effettiva parità di trattamento e una tutela piena del diritto del minore a mantenere rapporti significativi con entrambe le figure genitoriali, in coerenza con la funzione sociale e affettiva della responsabilità genitoriale che l'ordinamento assegna a chi si assume, in modo consapevole e volontario, l'impegno di cura e crescita del figlio. Fonte: (Diritto e Giustizia) |