Spese giudiziali, come liquidarle in caso di istanza di condanna al “diverso importo risultante in corso di causa”?

La Redazione
23 Luglio 2025

Le Sezioni Unite, con la sentenza 23 luglio 2025, n. 20805, hanno chiarito che qualora la domanda attrice, che contempli la richiesta di pagamento di un determinato importo, contenga anche la generica istanza “ovvero nel diverso importo che dovesse risultare dovuto in corso di causa”, in caso di integrale rigetto della domanda, la liquidazione delle spese di lite deve avvenire sulla base dello scaglione corrispondente alla somma specificamente indicata dall’attore.

La controversia è giunta alle Sezioni Unite a seguito del decreto del Presidente Aggiunto del 25 ottobre 2024, che, su sollecitazione della parte ricorrente, ha ritenuto opportuna la trattazione da parte del Supremo Consesso del ricorso, ai fini della risoluzione del contrasto tra diverse pronunce della Corte (Cass. civ. 26 aprile 2021, n. 10984 e quella di Cass. civ.  27 dicembre 2023, n. 35966).  

Il citato provvedimento ha segnalato che una delle parti si doleva della qualificazione come indeterminabile del valore della causa, ai fini della liquidazione delle spese processuali, in ragione della formula usata dalle parti richiedenti il risarcimento del danno, ancorché in citazione fosse stata quantificata puntualmente la somma risarcitoria e fosse stata utilizzata solo una formula di stile relativa al maggiore o minore danno riconoscibile dall'organo giudicante.

Il decreto ha evidenziato, inoltre, come la risoluzione del contrasto sia necessaria in ragione della rilevanza numerica dei ricorsi concernenti la quantificazione dell'onorario di avvocato e la individuazione del corretto scaglione tariffario di riferimento, nonché in ragione delle ricadute anche di carattere fiscale sul pagamento del contributo unificato e sul concetto di indeterminabilità ai fini della competenza per valore.

La questione di diritto che il ricorso ha posto all'attenzione della Sezioni Unite può sintetizzarsi nell'individuazione del corretto scaglione sulla scorta del quale procedere alla liquidazione delle spese in favore della parte vittoriosa, nel caso in cui la domanda di condanna al pagamento di una somma di denaro avanzata dall'attore sia stata integralmente rigettata, vi sia stata l'indicazione di una specifica somma di denaro, come oggetto della richiesta di condanna, ma vi sia stata la precisazione da parte dello stesso attore della richiesta “di quella maggiore o minore somma, ritenuta di giustizia” (o clausola di analogo tenore).

In merito, i giudici, nella sentenza 23 luglio 2025, n. 20805, hanno affermato il seguente principio di diritto: «In una causa relativa a somma di denaro (nella specie, a titolo di risarcimento di danni), qualora la domanda attrice, che contempli la richiesta di pagamento di un determinato importo, contenga anche la generica istanza “ovvero nel diverso importo che dovesse risultare dovuto in corso di causa, e/o comunque nel diverso importo che dovesse essere liquidato dal giudice con valutazione equitativa ex artt. 1226 e 2056 c.c.” ( o similare), in caso di integrale rigetto della domanda, la liquidazione delle spese di lite in favore della parte vittoriosa deve avvenire sulla base dello scaglione corrispondente alla somma specificamente indicata dall'attore, ove lo stesso attribuisca compensi superiori rispetto a quelli accordati per le cause di valore indeterminabile».

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.