Installazione del fotovoltaico sul lastrico solare: l'utilizzo dell’intelligenza artificiale nella soluzione di casi pratici
24 Luglio 2025
L'approccio sistematico Lo scopo della presente trattazione è quella di fornire agli utenti un primo approccio della soluzione di un caso pratico con l'integrazione dell'intelligenza artificiale (d'ora in poi, breviter, solo IA). L'obbiettivo di questa sperimentazione rappresenta un esempio di come l'IA, se ben integrata con l'esperienza e la supervisione di un professionista, possa contribuire in modo efficace all'approfondimento della materia, evitando, al contempo, il rischio di derive formalistiche o riduttive nell'applicazione del diritto.
Il caso pratico Nella vicenda in esame (Trib. Lecce 10 luglio 2025), il regolamento condominiale prevedeva l'uso del lastrico solare unicamente per la manutenzione dello stesso e degli impianti fotovoltaici e pompe di calore presenti, di proprietà privata dei singoli condomini. Premesso ciò, secondo parte ricorrente, l'assemblea aveva autorizzato in maniera illegittima i condomini ad aumentare la potenza dei pannelli fotovoltaici con ulteriori pannelli, determinando uno spoglio del pari possesso del lastrico solare. Per le ragioni esposte, la condomina aveva chiesto al giudice il reintegro nel possesso del lastrico solare, con la riduzione in pristino delle opere che avevano comportato lesione del possesso medesimo. Costituendosi in giudizio, gli altri condomini sottolineavano di aver agito in conformità alla delibera assembleare e, di conseguenza, doveva escludersi l'animus spoliandi. La questione giuridica Nel condominio, l'autorizzazione assembleare ad incrementare la potenza degli impianti fotovoltaici può giustificare l'occupazione preponderante del lastrico solare da parte di alcuni condomini oppure tale uso configura spoglio del compossesso? Il ragionamento del magistrato Secondo il giudicante, la legittimità della decisione condominiale è cosa ben diversa della tutela del possesso e, difatti, la semplice esistenza di una delibera condominiale non è sufficiente ad escludere l'animus spoliandi. Invero, nel caso di specie, la sola tutela che la ricorrente poteva invocare era quella del compossesso del lastrico solare, il quale fin dalla costruzione del condominio era stato adibito al posizionamento di impianti e pannelli fotovoltaici e pompe di calore dei condizionatori delle singole unità immobiliari. Non risultava, peraltro, che il lastrico solare avesse mai avuto una destinazione diversa da quella propria di copertura del condominio e da quella specifica attuata fin dai tempi dell'edificazione dello stabile. La ricorrente, però, aveva ritenuto che la realizzazione di nuovi pannelli fotovoltaici avesse leso il suo compossesso, avendole impedito di fare pari uso della cosa comune. La CTU, invece, riteneva che sussistessero ampie aree libere sulle quali era possibile realizzare nuovi pannelli solari e, per tale scopo, aveva individuato le modalità secondo le quali potevano essere introdotti nuovi pannelli fotovoltaici a servizio di tutte le unità immobiliari - incluse quelle di soggetti estranei al giudizio - senza pregiudizio del decoro architettonico e della stabilità del condominio. A parere del Tribunale pugliese, era evidente che il compossesso del lastrico solare era stato tutelato per tutti i condomini, ciò anche nell'ipotesi della modifica autorizzata dall'assemblea. In conclusione, è stata esclusa l'esistenza dello spoglio, in quanto tutti i condomini avevano la possibilità di fare pari uso del lastrico solare, aumentando la potenza dei propri pannelli solari o con la modifica dell'inverter o con la realizzazione di nuovi pannelli. L'utilizzo dell'IA Dopo aver sottoposto il provvedimento all'IA, con prompt ben definiti sulla problematica del caso in esame, l'IA ha fornito il suo ragionamento con aspetti obbiettivi e critici. L'intelligenza artificiale rileva che il caso rientra in un tema classico del diritto condominiale, ossia il bilanciamento tra diritto al pari uso del bene comune e l'autonomia del singolo condomino nel fruire degli spazi condominiali. L'IA inquadra il lastrico solare come bene comune exart. 1117 c.c., sottoposto all'uso concorrente dei singoli nel rispetto delle modalità fissate dalla legge e dal regolamento condominiale. Dal punto di vista logico-giuridico, l'IA individua una prima questione nell'interazione tra delibera assembleare e tutela possessoria: la delibera assembleare autorizza un comportamento, ma non legittima automaticamente atti di spoglio qualora questi si concretizzino in un uso esclusivo o lesivo del compossesso. Una seconda questione riguarda la prova del compossesso e del pregiudizio arrecato: l'IA individua come elemento determinante la consulenza tecnica, la quale certifica l'assenza di impedimento al pari uso del bene comune. Inoltre, manifesta difficoltà a cogliere la tensione tra rispetto delle regole formali (delibere e regolamenti) e l'effettiva tutela del diritto individuale al compossesso, con il rischio di privilegiare la forma rispetto alla sostanza del pregiudizio subìto. Difatti, l'IA tratta il regolamento condominiale come elemento di contesto, ma non riesce a valutarne il peso probatorio nell'àmbito della tutela possessoria, soprattutto in relazione al limite funzionale del lastrico solare e alla possibile mutazione della sua destinazione concreta nel tempo. L'IA, nel bilanciamento degli interessi in gioco, propende per la soluzione di rigetto del ricorso, poiché la lesione del compossesso non può essere dedotta in astratto, ma va provata in concreto e, nel caso di specie, tale prova non risultava fornita. Oltre a ciò, l'IA effettua le seguenti considerazioni.
Le considerazioni del professionista L'oggetto dell'accertamento era verificare se la modifica attuata sul bene comune avesse leso il compossesso degli altri condomini, impedendo loro un uso paritario della cosa. Dalla CTU era emerso che tale lesione non si era verificata e per tutti i condomini era rimasta la possibilità di fare pari uso del lastrico. L'analisi della sentenza del Tribunale di Lecce rappresenta un caso paradigmatico per valutare non solo l'applicazione dei princìpi giuridici in tema di compossesso e tutela possessoria nel condominio, ma anche per esaminare con spirito critico i limiti strutturali e funzionali dell'intelligenza artificiale (IA) quando chiamata a interpretare situazioni giuridiche complesse. La pronuncia offre lo spunto per mettere in evidenza specifici scostamenti interpretativi, rigidità di ragionamento e carenze di analisi che l'IA manifesta nonostante la coerenza normativa di fondo. Difatti, nel caso di specie, la consulenza ha dimostrato che il compossesso del lastrico solare era stato tutelato per tutti i condomini e che, qualora tutti avessero deciso di avvalersi della modifica autorizzata dall'assemblea, avrebbero comunque potuto aumentare la potenza dei propri pannelli, seppur con eventuali soluzioni differenti (modifica dell'inverter o realizzazione di nuovi pannelli). In sintesi, l'IA ha interpretato la sentenza come un'affermazione della necessità di una lesione concreta e misurabile del compossesso per configurare uno spoglio, non essendo sufficiente una mera percezione o una generica lamentela. L'IA ha compreso che il giudice ha applicato un approccio pragmatico, basato sulle risultanze tecniche, per accertare se l'uso paritario fosse stato effettivamente impedito; sicche, diremo che ha interpretato il rigetto del ricorso come la conseguenza diretta della mancanza di prova di un'effettiva menomazione dell'uso del lastrico solare da parte della ricorrente. Tuttavia, sebbene l'IA riconosca che l'animus spoliandi non è escluso da una delibera, la sua “comprensione” dell'intenzione è puramente testuale: non può inferire l'intenzione da indizi comportamentali non esplicitamente descritti, né può cogliere le dinamiche relazionali o le motivazioni latenti che spesso influenzano le liti condominiali, soprattutto in relazione alle tematiche attuali dell'installazione degli impianti fotovoltaici in condominio. Alla luce del contesto formalizzato dall'IA, di seguito ulteriori approfondimenti sull'argomento. La tutela del compossesso In tema di compossesso, ricorre l'ipotesi dello spoglio quando l'atto compiuto dal compossessore (preteso spoliatore) abbia travalicato i limiti del compossesso (impedendo o rendendo più gravoso l'uso paritario della res agli altri compossessori), ovvero abbia comportato l'apprensione esclusiva del bene, con mutamento dell'originario compossesso in possesso esclusivo. Ne consegue che, con riguardo all'utilizzazione del tetto di un immobile da parte di uno dei compossessori mediante l'installazione di un'antenna ricetrasmittente, la configurabilità di uno spoglio o di una turbativa del possesso nei confronti degli altri compossessori postula, necessariamente, l'accertamento di un impedimento ad un analogo uso del bene comune da parte di costoro, conseguente allo specifico comportamento in concreto tenuto dal primo utilizzatore (Cass. civ., sez. II, 5 giugno 1998, n. 5517). In tal contesto, secondo i giudici, l'apposizione di transenne tubolari ai marciapiedi comuni, le quali impediscono a taluni condomini l'accesso con i veicoli a detti marciapiedi ai quali in passato essi avevano acceduto, integra attività di spoglio e l'eccezione dell'amministratore di averlo compiuto in esecuzione di una deliberazione condominiale legittima e non impugnata feci sed iure feci non è idonea ad escludere l'animus spoliandi, soprattutto se, come nella specie, per lungo tempo dopo l'assunzione della deliberazione i condomini abbiano continuato ad esercitare il possesso (Cass. civ., sez. II, 20 aprile 1995, n. 4461). L'installazione del singolo condomino Il legislatore, con l'art. 1122-bis, comma 2, c.c., consente l'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili destinati al servizio di singole unità del condominio sul lastrico solare, su ogni altra idonea superficie comune e sulle parti di proprietà individuale dell'interessato. Tuttavia, come indicato dal comma 3 della disposizione in esame, qualora si rendano necessarie “modificazioni delle parti comuni”, l'interessato dovrà darne comunicazione all'amministratore indicando il contenuto specifico e le modalità di esecuzione degli interventi. In tal caso, l'assemblea può prescrivere, con la maggioranza dell'art. 1136, comma 5, c.c., adeguate modalità alternative di esecuzione o imporre cautele a salvaguardia della stabilità, della sicurezza o del decoro architettonico dell'edificio. Oltre a ciò, come indicato dalla norma in commento, ai fini dell'installazione degli impianti citati, l'assemblea provvede, a richiesta degli interessati, “a ripartire l'uso del lastrico solare e delle altre superfici comuni”, salvaguardando le diverse forme di utilizzo previste dal regolamento di condominio o comunque in atto; l'assemblea, infine, con la medesima maggioranza, può altresì subordinare l'esecuzione alla prestazione, da parte dell'interessato, di idonea garanzia per i danni eventuali. Pertanto, l'installazione, su una superficie comune, di un impianto per la produzione di energia da fonti rinnovabili destinato al servizio di un'unità immobiliare, ai sensi dell'art. 1122-bis c.c., che non renda necessaria la modificazione delle parti condominiali, può essere eseguita dal singolo condomino senza alcuna preventiva autorizzazione dell'assemblea; ne consegue che, all'eventuale parere contrario all'installazione di un tale impianto espresso dall'assemblea, deve attribuirsi soltanto il valore di mero riconoscimento dell'esistenza di concrete pretese, da parte degli altri condomini, rispetto all'utilizzazione del bene comune che voglia farne il singolo partecipante, con riferimento al quale non sussiste, però, l'interesse ad agire per l'impugnazione della deliberazione ai sensi dell'art. 1137 c.c. (Cass. civ., sez. VI, 17 gennaio 2023, n. 1337). L'eventuale ridimensionamento dell'impianto L'installazione di un impianto fotovoltaico da parte di un condomino sul tetto condominiale costituisce uso esclusivo della cosa comune e, se impedisce il pari utilizzo agli altri comproprietari, integra una violazione dell'art. 1102 c.c., rendendo legittima la richiesta di ridimensionamento dell'impianto fino alla concorrenza della quota spettante al singolo (Trib. Trani 17 gennaio 2025, n. 66). Nel caso in esame, l'impianto fotovoltaico realizzato sul tetto condominiale impediva il pari utilizzo agli altri condomini, non consentendo loro di effettuare impianti analoghi e, comunque, riservando a ciascuno di essi uno spazio eccessivamente limitato ed insufficiente per premetterne un efficace utilizzo. La realizzazione dell'impianto, inoltre, era risultata in violazione delle norme regolamentari quali l'obbligo imposto a ciascun condomino di astenersi dall'usare le parti comuni in modo da impedire o ostacolare l'uso delle stesse da parte degli altri condomini; l'obbligo a carico del singolo condomino di dare notizia all'amministratore condominiale dei lavori intrapresi in relazione alla propria unità abitativa; il divieto prescritto per ciascun condomino di apportare qualsiasi modificazione al fabbricato senza la preventiva approvazione dell'assemblea. Per le ragioni esposte, il giudicante ha tenuto in considerazioni le indicazioni fornite dal CTU sul ridimensionamento dell'impianto. Riferimenti Tarantino, Intelligenza artificiale: applicazioni innovative in condominio, in IUS Condominioelocazione.it, 28 aprile 2025. |