Responsabilità dei sindaci: doveri di vigilanza e limitazione di responsabilità non retroattiva

La Redazione
29 Luglio 2025

La vicenda cautelare oggetto del presente subprocedimento si inserisce nell'ambito di una controversia introdotta dal Fallimento di Caio Italia s.r.l. nei confronti dell'ex amministratore e dell'ex sindaco della società fallita al fine di ottenere la condanna di questi ultimi al risarcimento del danno asseritamente cagionato alla predetta società in violazione dei doveri su di loro gravanti.

In tema di sequestro conservativo, il giudice di merito può far riferimento, alternativamente, tanto a criteri oggettivi – rappresentati dalla capacità patrimoniale del debitore in relazione all'entità del credito, da desumere da elementi concreti ed attuali – quanto soggettivi, quali il comportamento del debitore che lasci fondatamente temere atti di depauperamento del suo patrimonio, senza che, ai fini della validità del provvedimento di convalida, le due categorie di presupposti debbano simultaneamente concorrere potendo il giudice fare alternativamente riferimento all'uno o all'altro dei menzionati presupposti (cfr., Cassazione civile, sez. II, 26 febbraio 1998, n. 2139; ma si vedano, altresì, Cassazione civile, sez. I, 17 giugno 1998, n. 6042; Cassazione civile, sez. III, 17 luglio 1996, n. 6460, nonché Cassazione civile, sez. III, 13 febbraio 2002, n. 2081 secondo la quale "la motivazione del provvedimento di convalida del sequestro conservativo può far riferimento a precisi, concreti fattori tanto oggettivi che soggettivi, poiché il requisito del periculum in mora può essere desunto sia da elementi oggettivi, concernenti la capacità patrimoniale del debitore in rapporto all'entità del credito, sia da elementi soggettivi, rappresentati dal comportamento del debitore, il quale lasci fondatamente presumere che, al fine di sottrarsi all'adempimento, ponga in essere atti dispositivi, idonei a provocare l'eventuale depauperamento del suo patrimonio").

ll Tribunale ha rigettato il reclamo di S.M. (unico reclamante) confermando la sussistenza del fumus boni iuris e del periculum in mora. Ha stabilito che S.M. non ha adempiuto ai suoi doveri di vigilanza e che la sua condotta ha contribuito al danno subito dalla società. Inoltre, ha respinto l'argomento di S.M. sulla retroattività della riforma dell'art. 2407 c.c., affermando che la limitazione di responsabilità non si applica retroattivamente.

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