Segnali turistici e di territorio, frecce direzionali e superficie imponibile alla luce della l. n. 207/2024
Federico Frignani
20 Agosto 2025
La legge 30 dicembre 2024, n. 207, entrata in vigore il 1° gennaio 2025, rappresenta l’occasione per una rinnovata riflessione sul Canone Unico Patrimoniale, con specifico riferimento ai criteri di determinazione della superficie imponibile.
Inquadramento sistematico della disciplina e profili evolutivi
L'evoluzione della disciplina relativa all'imposizione fiscale sugli impianti pubblicitari ha registrato, negli ultimi decenni, un significativo processo di razionalizzazione, culminato con l'introduzione del Canone Unico Patrimoniale (CUP) ad opera della legge 27 dicembre 2019, n. 160. Tale canone ha accorpato, in un'unica voce impositiva, tributi e canoni precedentemente distinti, tra cui l'imposta comunale sulla pubblicità di cui al d.lgs. 15 novembre 1993, n. 507.
In tale contesto normativo si collocano gli impianti destinati a ospitare segnali turistici e di territorio, così come definiti all'art. 134 del Regolamento di Attuazione ed esecuzione al codice della strada d.p.r. n. 495/1992) e all'art. 39, comma 1, lettera c), del d.lgs. 30 aprile 1992, n. 285 (Codice della Strada), nonché le preinsegne, ovvero impianti monodirezionali riferibili a soggetti economici privati, disciplinati dall'art. 47 del regolamento di esecuzione (d.p.r. n. 495/1992).
Si tratta di una pluralità di segnali collocati su un unico supporto. L'autorizzazione è una, quella del mezzo pubblicitario (la struttura).
La normativa previgente alla l. n. 160/2019, in particolare l'art. 7 del d.lgs. n. 507/1993, prevedeva un criterio geometrico per la determinazione della superficie imponibile, con regole specifiche in tema di arrotondamento. Tuttavia, tale assetto non era esente da ambiguità applicative.
L'art. 7 disponeva: «L'imposta sulla pubblicità si determina in base alla superficie della minima figura piana geometrica in cui è circoscritto il mezzo pubblicitario indipendentemente dal numero dei messaggi in esso contenuti».
Nel secondo comma era precisato che le superfici inferiori a un metro quadrato si arrotondano per eccesso al metro quadrato e le frazioni di esso, oltre il primo, a mezzo metro quadrato.
Nella l. n. 160/2019 il comma 825 dell'articolo 1 riportava: «Per la diffusione di messaggi pubblicitari di cui al comma 819, lettera b), il canone è determinato in base alla superficie complessiva del mezzo pubblicitario, calcolata in metri quadrati, indipendentemente dal tipo e dal numero dei messaggi».
Non si faceva menzione di arrotondamenti, poiché la disciplina è rimessa alla regolamentazione locale. Nello schema di regolamento comunale dell'IFEL (Istituto per la Finanza e l'Economia Locale) articolo 12, comma 1, era comunque proposto: «Il canone si determina in base alla superficie della minima figura piana geometrica nella quale è circoscritto il mezzo pubblicitario, indipendentemente dal numero dei messaggi in esso contenuti» (schema regolamento tipo allegato alla Nota introduttiva dell'IFEL del 11 dicembre 2020).
Come terzo comma l'IFEL suggeriva la seguente disposizione regolamentare «Costituiscono separati ed autonomi mezzi pubblicitari le insegne, le frecce segnaletiche e gli altri mezzi similari riguardanti diversi soggetti, collocati su un unico mezzo di supporto».
Dunque, anche riguardo al Canone Unico Patrimoniale, L'IFEL ha riproposto, come si avrà modo di esaminare, il medesimo impianto logico, giuridico sviluppato dalla Corte di cassazione rispetto all'Imposta Comunale sulla Pubblicità.
La questione interpretativa: superficie imponibile e criteri applicativi nella prassi
La tematica della determinazione della superficie imponibile per i segnali turistici e di territorio e per le frecce direzionali (preinsegne) si è storicamente rivelata oggetto di contrasto, già nell'ambito della previgente Imposta Comunale sulla Pubblicità (di cui al d.lgs. n. 507/1993).
Mentre le società concessionarie del servizio pubblicitario, in aderenza all'interpretazione del Ministero dell'Economia e delle Finanze (risoluzione n. 262/E del 2 novembre 1995 e nota interpretativa prot. n. 19899 del 7 luglio 2014), determinavano l'imposta considerando l'intera superficie dell'impianto (trattandosi di un'unica struttura autorizzata), la gran parte delle amministrazioni comunali procedeva invece al calcolo separato per ciascun segnale o freccia, eseguendo per ciascuno arrotondamenti autonomi, con conseguente maggiorazione del tributo complessivamente dovuto.
La risoluzione n. 19899/2014 ribadiva che, in presenza di una pluralità di segnali collocati su un unico supporto (dotato o meno di struttura perimetrale), l'imposta doveva essere calcolata sulla superficie complessiva dell'impianto e corrisposta dal soggetto titolare dell'autorizzazione, individuato come soggetto passivo dall'art. 6 del d.lgs. n. 507/1993.
Tuttavia, tale lettura non fu condivisa dalla giurisprudenza di legittimità. In particolare, la Corte di cassazione, con sentenza n. 252 del 12 gennaio 2012 e con sentenza n. 10459 del 2 maggio 2018, affermò che in tema di imposta comunale sulla pubblicità, il presupposto impositivo era costituito dal mezzo pubblicitario inteso in senso funzionale, sicché, nell'ipotesi di pluralità di messaggi riferibili a soggetti diversi, collocati su un unico pannello, la base imponibile doveva essere determinata in relazione alla superficie utilizzata da ciascun soggetto (singola freccia), indipendentemente dall'unitarietà del supporto fisico.
Questo contrasto tra l'indirizzo ministeriale e quello giurisprudenziale generò notevoli incertezze operative, con effetti anche distorsivi sul piano impositivo, legati soprattutto al tema degli arrotondamenti.
Con l'introduzione del Canone Unico Patrimoniale ad opera della l. n. 160/2019, il comma 825 prevedeva che il CUP dovesse essere determinato in base alla superficie complessiva del mezzo pubblicitario, indipendentemente dal tipo e dal numero dei messaggi. Come già evidenziato, l'IFEL si faceva promotrice di uno schema di regolamento ricalcante l'interpretazione elaborata dalla Corte di cassazione nella vigenza dell'Imposta Comunale sulla Pubblicità.
In tale contesto è intervenuta la risoluzione n. 3/DF del 20 luglio 2023 del Dipartimento delle Finanze – Direzione Legislazione Tributaria e Federalismo Fiscale che ha confermato la lettura unitaria, precisando che: «Nell'ipotesi in cui l'impianto pubblicitario contenga più messaggi, anche riferiti a soggetti ed aziende diverse, la superficie da assoggettare al canone unico patrimoniale è quella dell'intero impianto oggetto della concessione o dell'autorizzazione».
Orbene, il rischio concreto era quello di riproporre le medesime problematiche già sorte con l'Imposta Comunale sulla Pubblicità, vale a dire un orientamento ministeriale favorevole alla superficie unitaria dell'impianto, contrapposto ad una lettura frammentata da parte della giurisprudenza, incentrata sulla pluralità dei soggetti e dei messaggi esposti. Proprio al fine di prevenire ogni equivoco interpretativo e assicurare certezza giuridica, il legislatore è intervenuto con la l. n. 207/2024, dettando una norma espressa, inequivocabile e “autoapplicativa”, che chiarisce definitivamente il regime di calcolo del canone per gli impianti contenenti segnali turistici e di territorio e frecce direzionali, anche riferiti a soggetti diversi.
Si legge nella nota di lettura [Servizio del bilancio, (2024). Nota di lettura, «A.S. 1330: "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027" (Approvato dalla Camera dei deputati) – Edizione provvisoria». NL214, dicembre 2024, Senato della Repubblica, XIX legislatura] che si tratta di norma inserita dalla Camera dei deputati; è precisato che il comma 757, anche in relazione alla lettera c), che modifica il comma 825 dell'articolo 1 l. n. 160 del 2019, «risulta coerente con l'indirizzo interpretativo del Dipartimento delle finanze di cui alla circolare n. 3/DF del 2023».
Vi è dunque la volontà del legislatore di fare propria l'interpretazione offerta dal Dipartimento competente.
L'intervento risolutivo della L. 207/2024: il definitivo superamento delle ambiguità
Con l'art. 1, comma 757, lettera c), della legge 30 dicembre 2024, n. 207, il legislatore ha introdotto modifiche sostanziali al comma 825 dell'art. 1 della legge 27 dicembre 2019, n. 160, al fine di cristallizzare in sede normativa una regola univoca in tema di determinazione della superficie assoggettabile al Canone Unico Patrimoniale (CUP), con specifico riferimento agli impianti recanti segnali turistici e di territorio e frecce direzionali.
Il comma 3 del comma 825, come riformulato, dispone quanto segue:
«In caso di installazione, su un unico impianto pubblicitario, di una pluralità di segnali turistici o di territorio o di frecce direzionali (da intendersi preinsegne, considerata la collocazione), anche riferiti a soggetti e ad aziende diversi, la superficie assoggettabile al canone unico patrimoniale è quella dell'intero impianto oggetto della concessione o dell'autorizzazione. Nell'ipotesi in cui i titolari del provvedimento di concessione o di autorizzazione all'installazione dell'impianto siano diversi, il canone è liquidato distintamente, in proporzione alla superficie del segnale o del gruppo segnaletico posto nella disponibilità di ciascuno di essi.»
Tale formulazione, chiara e “autoapplicativa”, ribadisce l'unitarietà dell'impianto come base imponibile. La superficie imponibile resta invariabilmente quella dell'intero impianto, anche se i segnali in esso contenuti sono riferibili a più soggetti. La distinzione in sede di liquidazione ha funzione meramente distributiva, ancorata alla quota di superficie effettivamente nella disponibilità di ciascun soggetto autorizzato.
L'intervento normativo conferma così un'impostazione strutturale e oggettiva del canone, escludendo la frammentazione del mezzo in singole porzioni e ponendo fine a qualsivoglia dubbio interpretativo. Ne risulta rafforzato il principio di certezza del diritto, con una soluzione legislativa chiara, coerente e definitiva.
L'intervento legislativo introdotto dalla l. n. 207/2024, modificando il comma 825 dell'art. 1 della L. 160/2019, non solo chiarisce definitivamente il criterio di determinazione della superficie imponibile ai fini del Canone Unico Patrimoniale per gli impianti recanti segnali turistici e di territorio e frecce direzionali, ma incide in maniera diretta anche sulla regolamentazione locale.
In particolare, la norma si pone in discontinuità rispetto all'indirizzo delineato nella bozza di regolamento elaborata dall'IFEL.
Alla luce del nuovo disposto normativo, tali regolamentazioni comunali risultano superate, in quanto fondate su un presupposto, quello della frammentazione dell'impianto “freccia”, espressamente escluso dal legislatore. Conseguentemente, anche gli accertamenti condotti secondo tali parametri devono essere riconsiderati alla luce della disposizione sopravvenuta, che impone un criterio oggettivo e unitario fondato sulla superficie complessiva.
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L'intervento risolutivo della L. 207/2024: il definitivo superamento delle ambiguità