Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese: il credito non ha natura tributaria

La Redazione
19 Agosto 2025

Le S.U. affermano che il credito vantato dal gestore del Fondo, in seguito all’escussione della garanzia da parte dell’istituto di credito, ha natura pubblicistica ma non tributaria, con conseguente giurisdizione del giudice ordinario.

Secondo le Sezioni Unite, il credito vantato dal gestore del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese che ha subito l'escussione della garanzia da parte dell'istituto di credito finanziatore a seguito dell'inadempimento della società beneficiaria del finanziamento ha natura pubblicistica ma non tributaria, per mancanza di qualsiasi presupposto impositivo. Tale credito, infatti, oltre a non consistere nell'imposizione ex lege di una prestazione che implica una decurtazione patrimoniale a carico dell'obbligato, ma nell'erogazione di una somma da parte di una banca privata garantita dallo Stato, non concorre neppure alla formazione di una qualche base imponibile del reddito della società ricorrente. Pertanto, al di là del profilo soggettivo costituito dall'affidamento all'Agenzia delle entrate – Riscossione del compito di recuperare tale credito mediante la procedura di riscossione di cui al d.P.R. n. 602 del 1973, per rinvio espresso fattone dall'art. 17 del d.lgs. n. 46 del 1999 (applicabile al recupero dei crediti in esame ex art. 8-bis, comma 3, d.l. n. 3 del 2015, convertito), non v'è alcun collegamento con la materia tributaria, la cui giurisdizione è determinata dall'art. 2 del d.lgs. del 31 dicembre 1992, n. 546.

Le S.U. richiamano la giurisprudenza costituzionale, secondo la quale una fattispecie deve ritenersi di natura tributaria, indipendentemente dalla qualificazione offerta dal legislatore, laddove si riscontrino tre indefettibili requisiti:

1- la disciplina legale deve essere diretta, in via prevalente, a procurare una definitiva decurtazione patrimoniale a carico del soggetto passivo;

2- la decurtazione non deve integrare una modifica di un rapporto sinallagmatico;

3- le risorse, connesse ad un presupposto economicamente rilevante e derivanti dalla suddetta decurtazione, debbono essere destinate a sovvenire pubbliche spese.

Al loro volta, le S.U. (cfr. tra le altre, Cass., sez. un., 13 dicembre 2023, n. 34851; Cass., sez. un., 26 febbraio 2021, n. 5418; Cass., sez. un., 28 ottobre 2015, n. 21950; Cass., sez. un., 13 giugno 2014, n. 13431) hanno evidenziato, quali caratteri identificativi del tributo:

a) la matrice legislativa della prestazione imposta, nel senso che il tributo nasce direttamente in forza della legge, risultando irrilevante l'autonomia contrattuale;

b) la doverosità della prestazione, nel senso che il tributo comporta un'ablazione delle somme con attribuzione delle stesse ad un ente pubblico;

c) l'impossibilità, per i soggetti tenuti al pagamento, di sottrarsi a tale obbligo e la sostanziale irrilevanza della volontà delle parti, sotto il profilo genetico e funzionale;

d) il nesso con la spesa pubblica, nel senso che la prestazione è volta ad apprestare i mezzi per il fabbisogno finanziario dell'ente impositore

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