La procedibilità a querela dopo il d.lgs. 36/2018. Le Sezioni unite chiariscono la portata della disciplina transitoria
17 Settembre 2018
Le Sezioni unite della Cassazione penale hanno depositato le motivazioni relative alle questioni loro sottoposte: - se, in presenza di un ricorso inammissibile, debba darsi alla persona offesa l'avviso previsto dall'art. 12, comma 2, d.lgs. 10 aprile 2018, n. 36 per l'eventuale esercizio del diritto alla querela; - se durante i novanta giorni decorrenti dall'avviso dato alla persona offesa, ai sensi del d.lgs. cit., operi la sospensione del termine di prescrizione. Il ricorso era stato segnalato dal Coordinatore dell'Ufficio per l'esame preliminare dei ricorsi al Primo Presidente, per valutarne l'assegnazione alle Sezioni unite delle suddette questioni ritenute di particolare rilevanza.
Nello specifico, l'art. 12 d.lgs. 36/2018, rubricato Disposizioni transitorie in materia di perseguibilità a querela stabilisce:
La rimessione alle Sezioni unite era finalizzata a chiarire:
Le Sezioni unite hanno affermato che:
Tuttavia, specificano i giudici della S.C.: «[…] onde evitare conseguenze aberranti derivanti da una interpretazione formalistica della norma transitoria, l'avviso alla persona offesa non debba essere dato quando risulti dagli atti che il diritto di querela sia già stato formalmente esercitato; che l'offeso abbia, in qualsiasi atto del procedimento, manifestato la volontà di instare per la punizione dell'imputato; che l'offeso abbia rinunciato al diritto di querela in modo espresso o tacito ai sensi dell'art. 124, c.p.; che il diritto di querela sia estinto a norma dell'art. 126 c.p.; che sia intervenuta remissione della querela; che la persona offesa non sia stata identificata ovvero risulti irreperibile. Nelle indicate situazioni deve essere immediatamente dichiarata l'improcedibilità dell'azione penale per mancanza o per remissione di querela». |