Responsabilità del cancelliere
11 Novembre 2020
Considerazioni iniziali sulla figura del cancelliere
Il cancelliere, ruolo al quale si accede per concorso, è una figura che, ai sensi del comma 3 dell'art.4 del R.d. 30 gennaio 1941 n.12, fa parte dell'ordine giudiziario e i suoi uffici, ai sensi del comma 1 art. 3 del citato R.d., sono costituiti presso ogni “corte, tribunale e ufficio di conciliazione”. Il cancelliere, in quanto rientrante negli organi strutturali in cui si articolano gli uffici giudiziari, non può essere considerato come mero ausiliario del giudice, qualifica che, invece, è propria di figure come il consulente tecnico o il custode.
Le funzioni del cancelliere sono varie e possono essere divise in funzioni giurisdizionali e tecnico organizzative e di mera gestione degli uffici. A titolo esemplificativo, nel secondo gruppo di funzioni rientrano: la legalizzazione delle firme, la vidimazione dei registri di cancelleria e dei libri di commercio, la ricezione degli atti di notorietà, solo per citarne alcune (un'elencazione puntuale delle funzioni in esame è compiuta in Rossi, Cancelliere (voce), in Enciclopedia del Diritto, Vol. V, Milano, 1959, 1071-1072). Le funzioni giurisdizionali sono, invece, disciplinate dagli artt. 57 e 58 del c.p.c. (benché altre ne siano previste dalle leggi speciali) e sono quelle che si realizzano nell'ambito dello svolgimento del processo, ovvero nell'esercizio della giurisdizione. Le funzioni giurisdizionali si risolvono in attività di documentazione, assistenza e autenticazione. Nella documentazione il cancelliere svolge attività simili a quelle del notaio in quanto crea gli atti e imprime agli stessi pubblica fede. Come assistente partecipa al compimento dell'atto del giudice svolgendo attività che vanno oltre la semplice documentazione. Ai fini dell'autenticazione, invece, il cancelliere imprime il sigillo di legalità agli atti del giudice, facendoli uscire dalla materiale disponibilità dello stesso. Nell'attività di documentazione rientrano attività tra le quali si possono citare: il compimento del verbale d'udienza, lo svolgimento delle formalità relative al deposito degli atti delle parti e la custodia degli stessi ed il rilascio di copie ed estratti autentici dei documenti prodotti. Nell'assistenza, invece, rientrano attività come: la partecipazione alla formazione del processo verbale e alle udienze. Riguardo alla funzione di autenticazione, si può dire che in questo gruppo rientra, essenzialmente, l'attività di sottoscrizione degli atti del giudice. Ai sensi dell'art. 60 c.p.c., che tratta negli stessi termini anche la fattispecie relativa all'ufficiale giudiziario, la responsabilità del cancelliere deriva:
La responsabilità del cancelliere ha natura di responsabilità extracontrattuale in ragione del rapporto pubblicistico che lo lega alle parti. Il cancelliere, allora, risponderà secondo le regole disposte ex art. 2043 c.c. Conformemente alla tesi che qualifica la responsabilità del cancelliere come avente natura extracontrattuale, si può citare Teodoldi, Ufficiale giudiziario (voce), in Digesto (discipline privatistiche) sez. civile, XIX, Torino, 1999, 487 e Marziale, Ufficiale giudiziario, in Novissimo Digesto italiano, XIX, Torino, 1973, 1022. Trattando delle ipotesi di responsabilità previste all'art. 60 n.1 c.p.c., si parla di una responsabilità in omittendo. Nello specifico, il cancelliere è responsabile quando, senza giustificato motivo, non ottemperi a una richiesta legittima delle parti o non compia un atto dovuto in ragione dei suoi doveri d'ufficio. Al mancato compimento dell'atto è assimilato il ritardo ingiustificato. Un atto è compiuto in ritardo è adottato oltre il termine fissato dal giudice, anche su istanza di parte, o stabilito dalla legge. L'onere della prova sul mancato compimento nel termine dell'atto o dell'espressione di un rifiuto non giustificato grava su chi voglia far valere la responsabilità del cancelliere.
Il cancelliere è anche responsabile per un suo atto nullo, ove questo sia compiuto con dolo o colpa grave. Per la connessione tra la norma in esame e l'articolo 162 comma 2 c.p.c. - il quale dispone la rinnovabilità dell'atto quando la nullità dello stesso derivi da fatto imputabile al cancelliere o all'ufficiale giudiziario, con la conseguente condanna al pagamento delle relative spese e con la possibilità di agire per il risarcimento dei danni - si considera necessaria, al fine di far valere questa subspecies di responsabilità, la preventiva declaratoria di nullità dell'atto. Conformemente alla necessità della declaratoria di nullità, al fine di far valere la responsabilità del cancelliere per il compimento di un atto nullo per dolo o colpa grave, si possono citare Teodoldi, op. cit., 488 e Evangelista, Cancelliere (voce), in Enciclopedia giuridica Treccani, Vol. V, Roma, 1988. Pur se l'articolo in esame preveda espressamente solo le due citate ipotesi del compimento di un atto nullo per dolo o colpa grave e della ricusazione del compimento degli atti che gli sono legalmente richiesti, il cancelliere rimane responsabile, ex art. 2043 c.c., nel caso in cui, nell'esercizio delle sue funzioni, abbia compiuto fatti dolosi o colposi capaci di causare ad altri un danno ingiusto.
Procedimento
Se il fatto generatore di responsabilità rientra nella fattispecie prevista dall'art. 60 n.1 c.p.c., la parte danneggiata può dare vita ad un autonomo giudizio al fine di ottenere la pronuncia di risarcimento danni causati dalla ricusazione del proprio dovere d'ufficio, o dal suo ritardo nel compierlo, da parte del cancelliere. Per il risarcimento dei danni causati dal cancelliere fuori dalle ipotesi di cui ai n. 1 e n. 2 dell'art. 60 c.p.c., rimane aperta la possibilità di agire ex art. 2043 c.c. La legittimazione passiva spetta al cancelliere e al Ministero della giustizia, responsabile in via concorrente per il danno ex art. 28 Cost.
Quando, invece, si rientri nell'ipotesi di cui al n. 2 dell'art. 60 c.p.c., è necessaria, come detto in precedenza, la preventiva dichiarazione di nullità dell'atto compiuto dal cancelliere. La pronuncia in esame va compiuta durante la pendenza del processo in cui l'atto è stato adottato. La tesi dell'impossibilità della proposizione di un giudizio autonomo, al fine di far valere la responsabilità ex art. 60 n. 2, è sostenuta in dottrina da Di Domenico, op. cit., 641 e Segrè, Del cancelliere e dell'ufficiale giudiziario, in Allorio (a cura di) Commentario, I, 1, Torino, 1973, 658. Il giudice pone a carico dell'autore dell'atto dichiarato nullo le spese per la rinnovazione dello stesso. Dove sia dedotta la responsabilità ex art. 60 n.2 c.p.c., l'accertamento della responsabilità del cancelliere è di competenza esclusiva del giudice che ha dichiarato la nullità dell'atto.
Riferimenti
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