Licenziamento illegittimo del lavoratore con permessi 104: il datore di lavoro deve tentare di riallocare il dipendente in un orario idoneo all'assistenza
07 Luglio 2025
La vicenda si riferisce a un dipendente con un'esperienza lavorativa ventennale, beneficiario di permessi 104 per l'assistenza alla moglie gravemente disabile, che è stato licenziato il 30 giugno 2022 per giustificato motivo oggettivo. Inizialmente, il Tribunale di Modena aveva annullato il licenziamento ritenendo che la proposta di modificare l'orario da turno continuo a doppio non considerasse adeguatamente le necessità di cura e assistenza. Tuttavia, in Appello i giudici hanno ritenuto il licenziamento legittimo in quanto l'azienda aveva proposto un repêchage, offrendo la ricollocazione come carrellista su doppio turno, prevista da un accordo sindacale. La S.C., ribalta il giudizio della Corte d'Appello richiamando il principio del repêchage. Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo è lecito solo come extrema ratio, quando non sia possibile ricollocare il lavoratore in mansioni equivalenti o inferiori, specialmente se il lavoratore beneficia di permessi 104. In tal senso, l'obbligo del repêchage deve essere rigoroso, basato sui principi della buona fede e della correttezza, considerando le necessità di assistenza, salvo eccezioni per problemi organizzativi o tecnici insormontabili. La Cassazione accoglie dunque il ricorso evidenziando che il datore di lavoro deve offrire ogni posto di lavoro compatibile con le esigenze di assistenza prima di procedere con un licenziamento, non limitandosi a proporre un diverso turno di lavoro. In particolare, il licenziamento di un dipendente che necessita di un orario specifico per motivi assistenziali non è giustificato se non è dimostrata l'effettiva impossibilità di ricollocazione in mansioni con orari compatibili con le esigenze protette. |