Riparto di spesa condominiale: il giudizio di impugnazione della delibera tra profili di continenza e pregiudizialità

08 Luglio 2025

Giunte per la decisione, davanti allo stesso Collegio della Corte di Cassazione, la causa di opposizione a decreto ingiuntivo per la riscossione di contributi condominiali ex art. 63 disp. att. c.c. e la causa di impugnazione ex art. 1137 c.c. della delibera di approvazione e ripartizione della spesa su cui il medesimo decreto ingiuntivo è fondato, i giudici di legittimità hanno riunito i due giudizi ai sensi dell'art. 274 c.p.c., sull'assunto dell'identità di soggetti e del collegamento di interdipendenza tra le domande contrapposte con riferimento ad un unico rapporto, atteso che la validità e l'efficacia della delibera costituisce il necessario presupposto logico-giuridico per la definizione del giudizio sulla pretesa monitoria, cogliendo l'occasione per affermare alcuni principi processuali qualora le due cause non pendano davanti allo stesso ufficio giudiziario.

Massima

Tra la causa di opposizione a decreto ingiuntivo per la riscossione di contributi condominiali e la causa di impugnazione della delibera di approvazione e ripartizione della spesa su cui il medesimo decreto ingiuntivo è fondato, pendenti dinanzi a giudici diversi, può ravvisarsi la relazione di continenza, ai sensi dell'art. 39, comma 2, c.p.c., stante l'identità di soggetti e il collegamento di interdipendenza tra le domande contrapposte con riferimento ad un unico rapporto, essendo la validità e l'efficacia della delibera il necessario presupposto logico-giuridico per la definizione del giudizio sulla pretesa monitoria, ferma in ogni caso la competenza funzionale del giudice dell'opposizione a dichiarare la eventuale nullità del provvedimento monitorio; ne consegue che, laddove non possa farsi luogo alla riunione dei procedimenti o alla declaratoria di continenza per ragioni di ordine processuale, il giudice dell'opposizione a decreto ingiuntivo può sospendere la causa, ai sensi dell'art. 295 c.p.c. o dell'art. 337, comma 2, c.p.c., in relazione alla pendenza del giudizio pregiudiziale in cui sia stata impugnata la relativa delibera condominiale.

Il caso

Davanti allo stesso Collegio della seconda sezione civile della Corte di Cassazione venivano chiamate, per la decisione, due cause distinte ma connesse.

Nello specifico, una causa aveva ad oggetto l'opposizione ad un decreto ingiuntivo intimato da un Condominio ad un condomino, per la riscossione dei contributi condominiali, pari ad € 34.287,81, fondati sulla delibera assembleare del 26 febbraio 2014, che aveva approvato il rendiconto per le spese di gestione relative all'esercizio 1° ottobre 2012-30 settembre 2013, il preventivo per le spese di gestione relative all'esercizio 1° ottobre 2013-30 settembre 2014 e le spese di rifacimento del manto di copertura del tetto condominiale.

In particolare, i titoli dei crediti azionati dal Condominio venivano descritti come “saldo spese gestione 2011- 2012, spese ordinarie e straordinarie Enti Comuni, spese ordinarie e straordinarie dei tre piani, acqua potabile gestione 2012-2013, preventivo spese annualità 2013-2014”.

La ragione dell'opposizione, da parte del suddetto condomino, si fondava sull'inapplicabilità, nella specie, delle tabelle millesimali convenzionali.

L'opposizione era stata respinta dal Tribunale, come anche era stato rigettato l'appello proposto dallo stesso condomino.

L'altra causa, chiamata per la trattazione nella stessa udienza davanti al medesimo Collegio, aveva ad oggetto l'impugnazione della deliberazione assembleare del 26 febbraio 2014, su cui era fondato il decreto ingiuntivo oggetto di opposizione nel parallelo procedimento.

La questione

Trattandosi di cause connesse, si trattava di verificare se il Collegio potesse disporne la riunione ai sensi dell'art. 274 c.p.c., al fine di prevenire il rischio di un contrasto tra giudicati.

Le soluzioni giuridiche

I giudici di Piazza Cavour hanno risposto in senso positivo.

Al riguardo, si è richiamato l'autorevole arresto del supremo organo di nomofilachia (Cass. civ., sez. II, 14 aprile 2021, n. 9839), il quale ha chiarito che, nel giudizio di opposizione al decreto ingiuntivo, emesso per la riscossione di contributi condominiali, il giudice può sindacare sia la nullità dedotta dalla parte o rilevata d'ufficio della deliberazione assembleare posta a fondamento dell'ingiunzione, sia l'annullabilità di tale deliberazione, a condizione che quest'ultima sia dedotta in via d'azione, mediante apposita domanda riconvenzionale di annullamento contenuta nell'atto di citazione, ai sensi dell'art. 1137, comma 2, c.c., nel termine perentorio ivi previsto.

Secondo più risalenti precedenti degli ermellini, nel procedimento di opposizione a decreto ingiuntivo emesso per la riscossione di contributi condominiali non avrebbe assunto rilevanza l'avvenuta impugnazione, in separato giudizio, della deliberazione assembleare posta a fondamento della domanda monitoria, atteso che il giudice dell'opposizione avrebbe dovuto pur sempre limitarsi a verificarne la perdurante esistenza ed efficacia, senza poterne sindacare, incidentalmente, la validità, dovendo, però, accogliere l'opposizione quando la delibera condominiale avesse perduto la sua efficacia, per esserne stata sospesa l'esecuzione dal giudice dell'impugnazione o per essere stata da questi annullata con sentenza anche non passata in giudicato (v. tra le tante, Cass. civ., sez. VI/II, 24 marzo 2017, n. 7741).

La sentenza sopravvenuta di annullamento della delibera avrebbe potuto, peraltro, prodursi anche nel giudizio di cassazione inerente al parallelo processo di opposizione al decreto ingiuntivo, non incorrendo nel divieto cui all'art. 372 c.p.c. (Cass. civ., sez. II, 14 novembre 2012, n. 19938).

Il regime di pregiudizialità tra la causa di opposizione a decreto ingiuntivo, ottenuto ai sensi dell'art. 63 disp. att. c.c., ed il giudizio in cui sia stata impugnata la relativa delibera condominiale, escluso nella sentenza delle Sezioni Unite (Cass. civ., sez. un., 27 febbraio 2007, n. 4421), era stato altrimenti delineato nella più recente giurisprudenza (Cass. civ., sez. VI/II, 18 novembre 2013, n. 25890), secondo il modello dell'art. 337 c.p.c. ove nella causa pregiudicante fosse intervenuta la sentenza di primo grado, dichiarativa della nullità della delibera in forza del quale il decreto sia stato emesso.

Tuttavia, avendo la già richiamata sentenza delle Sezioni Unite (Cass. sez. un. n. 9839/2021, cit.) riconosciuto che oggetto del giudizio di opposizione al decreto ingiuntivo per la riscossione delle spese condominiali sono anche la nullità o l'annullabilità della delibera posta a fondamento dell'ingiunzione, qualora l'impugnazione ex art. 1137 c.c. e l'opposizione ex art. 645 c.p.c. siano distintamente instaurate, tra gli esiti delle due cause è possibile ravvisare - ad avviso dei magistrati del Palazzaccio - quel rapporto di “dipendenza” o di “interdipendenza” che è proprio di ogni situazione di coesistenza tra una controversia con la quale si sia fatto valere un credito e altra nella quale, fra le stesse parti, sia stata messa in discussione la validità del titolo costitutivo del credito medesimo.

Osservazioni

Da tali rilievi, si evince che la ricostruzione operata nella sentenza delle Sezioni Unite del 2021 abbia oramai superato il principio, enunciato dalle stesse Sezioni Unite nel 2007, secondo cui la disciplina del condominio deroga alla regola di inesecutività del titolo negoziale a seguito di allegazione della sua originaria invalidità oggetto di altro giudizio pendente.

Ciò porta a concludere che, tra il giudizio ove è domandata, eccepita o rilevata la nullità della deliberazione su cui è fondato il credito ed il giudizio in cui il medesimo credito è azionato intercorre una relazione di pregiudizialità/dipendenza in senso tecnico, dovendo l'invalidità della decisione collegiale essere accertata “per tutti i condomini” (come può argomentarsi dal comma 1 dell'art. 1137 c.c.).

Analogamente, occorre tener conto, nel giudizio sul credito di contribuzione alle spese condominiale, del parallelo processo volto all'annullamento della deliberazione, che configura la ragione di diritto della stessa pretesa di pagamento, pur trattandosi in questo caso degli effetti di una statuizione necessariamente costitutiva, il cui esito è ad un tempo sottratto all'àmbito di un mero accertamento incidentale.

Da ricordare, in proposito, che la più recente decisione delle Sezioni Unite - dirimendo il contrasto sorto all'interno dello stesso giudice di ultima istanza - aveva dato risposta positiva al quesito se, nel procedimento di opposizione a decreto ingiuntivo emesso per la riscossione dei contributi per le spese condominiali, ai sensi dell'art. 63 disp. att. c.c., il giudice potesse sindacare le eventuali ragioni di nullità della deliberazione assembleare di ripartizione delle spese su cui è fondata l'ingiunzione di pagamento, escludendo, quindi, che la delibazione della nullità della deliberazione dovesse essere riservata al giudice davanti al quale la medesima fosse stata impugnata in via immediata nelle forme di cui all'art. 1137 c.c.

Invero, in primo momento, la magistratura di vertice aveva dato una risposta negativa, affermando il principio secondo cui, nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo concernente il pagamento di contributi per le spese condominiali, il condomino opponente non poteva far valere questioni attinenti alla validità della deliberazione condominiale, ma solo questioni riguardanti l'efficacia della medesima (Cass. civ., sez. II, 7 novembre 2016, n. 22573; Cass. civ., sez. II, 1° agosto 2006, n. 17486).

In particolare, si era statuito che il giudice dell'opposizione doveva limitarsi a verificare la perdurante esistenza ed efficacia della deliberazione assembleare, senza poter sindacare, neppure in via incidentale, la sua validità, essendo tale sindacato riservato al giudice davanti al quale detta deliberazione fosse stata impugnata (sull'abbrivio di Cass. civ., sez. un., 18 dicembre 2009, n. 26629, v., nel medesimo senso, Cass. civ., sez. II, 19 febbraio 2016, n. 3354; Cass. civ., sez. II, 23 febbraio 2017, n. 4672); dunque, egli poteva accogliere l'opposizione solo se la medesima avesse perduto la sua efficacia, per essere stata annullata o per esserne stata sospesa l'esecuzione dal giudice dell'impugnazione (Cass. civ., sez. II, 14 novembre 2012, n. 19938; Cass. civ., sez. VI/II, 24 marzo 2017, n. 7741).

Queste conclusioni - che relegavano l'azione di annullamento della delibera assembleare in un separato giudizio, necessariamente distinto da quello di opposizione al decreto ingiuntivo - sono state, poi, contraddette da un nuovo indirizzo giurisprudenziale, che aveva affermato il diverso principio secondo cui, nel procedimento di opposizione a decreto ingiuntivo emesso per la riscossione di oneri condominiali, il limite alla rilevabilità d'ufficio dell'invalidità della sottostante deliberazione non operava allorché si trattasse di vizi implicanti la sua “nullità”, in quanto la validità della delibera rappresentava un elemento costitutivo della domanda di pagamento (Cass. civ., sez. II, 12 gennaio 2016, n. 305; Cass. civ., sez. II, 23 luglio 2019, n. 19832).

Le Sezioni Unite hanno ritenuto che il primo orientamento dovesse essere superato, mancando ragioni sufficienti per negare al giudice dell'opposizione al decreto ingiuntivo il potere di sindacare la validità della delibera assembleare posta a fondamento dell'ingiunzione, e, anzi, diverse fondate ragioni inducevano a riconoscere al giudice dell'opposizione il potere di sindacare non solo l'eventuale “nullità” di tale delibera, ma anche la sua annullabilità, purché dedotta nelle forme e nei tempi prescritti dalla legge.

La soluzione offerta dalle Sezioni Unite nel 2021 si rivelava, quindi, abbastanza innovativa sul versante processuale, nel senso che, chiamate a perimetrare l'estensione del thema decidendum del giudizio di opposizione al decreto ingiuntivo emesso per la riscossione degli oneri condominiali, si era stabilito che, in tale giudizio, purché a determinate condizioni - quanto a modalità e termini - il giudice potesse sindacare la validità della suddetta delibera, su cui era fondata l'ingiunzione di pagamento, non essendo tale sindacato precluso perché riservato ad apposito giudizio avente specificamente ad oggetto l'impugnazione in via immediata della delibera medesima.

Ciò ha comportato l'abbandono definitivo della tesi - e la decisione in commento dà, in buona sostanza, giuridica continuità a tale superamento - che escludeva il nesso di pregiudizialità tecnico-giuridica tra i due giudizi, sicché, qualora quello di impugnativa ex art. 1137 c.c. sia proposto in precedenza, spesso davanti al Tribunale, considerando l'ammontare complessivo della spesa deliberata, il Giudice di Pace, competente funzionalmente per valore ex art. 637 c.p.c. - considerando ora il raddoppio della soglia del valore, fino a € 10.000,00, introdotta dal d.lgs. n. 149/2022 (c.d. riforma Cartabia) - sull'opposizione a decreto ingiuntivo basato sullo stato di riparto approvato proprio con quella delibera, oggetto di precedente impugnazione, non potendosi i due giudizi riunire, deve sospendere ai sensi dell'art. 295 c.p.c. quello pendente davanti a lui, in attesa della definizione del giudizio pendente davanti al giudice togato.

Riferimenti

Chiesi, Un ampio restyling che fa cadere i limiti di sindacabilità nel rito di opposizione, in Guida al diritto, 2021, fasc. 19, 40;

Melano Bosco, Sulla distinzione tra delibere assembleari nulle e annullabili in ambito condominiale, in Corr. giur., 2021, 1489;

Votano, Le Sezioni Unite sul regime di invalidità delle delibere condominiali, in Contratti, 2021, 652;

Negro, L'annullamento della delibera condominiale nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, in Giur. it., 2022, 2410; 

Scarpa, Opposizione a decreto ingiuntivo per spese condominiali e impugnazione della deliberazione assembleare, in Immob. & proprietà, 2019, 358;

Santarsiere, Opposizione al decreto ingiuntivo e confronto con l'impugnazione delle deliberazioni condominiali, in Arch. loc. e cond., 2015, 528;

Battaglia, Opposizione a decreto ingiuntivo e impugnazione di delibera assembleare, in Il Civilista, 2010, fasc. 12, 52;

Conte, Sul rapporto di pregiudizialità tra il processo d'impugnazione di delibera assembleare condominiale che approva il piano di riparto delle spese e il procedimento di opposizione a decreto ingiuntivo del condomino contro la pretesa creditoria del condominio, in Giur. it., 2008, 390.

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